Ho appena terminato di leggere “Bella tutta (I miei grassi giorni felici”) di Elena Guerrini che ho già ampiamente presentato quando l’ho intervistata per Dol’s Magazine. Un libro nato da un suo spettacolo teatrale e dalla sua diretta esperienza di vita.
Quando parliamo delle discriminazioni non sempre includiamo la persona grassa, a meno che non si tratti di un super obeso da reality. Ma, quando scendiamo dal piedistallo della disquisizione culturale e entriamo nella vita quotidiana vissuta in prima persona, l’occhio ci cade inevitabilmente su chi ha addosso qualche chilo in più. A me succede perché io, con i miei chili in eccedenza, covibro ma, a chi questi problemi non li ha, succede perché scattano automaticamente giudizio e pregiudizio.
Leggendo questo romanzo che poi é la storia della stessa autrice, ho pensato alla fisica quantistica e mi sono detta: se l’oggetto della nostra osservazione cambia cambiando il modo in cui percepiamo la realtà, paradossalmente se i magri la smettessero di percepire i non ancora magri come grassi e si limitassero a vederli come esseri umani, forse i grassi potrebbero iniziare a dimagrire. Non é che essere visti nell’anima e non soltanto nella taglia li aiuterebbe ad avere una immagine di sé più in equilibrio e questo sarebbe un buon punto di partenza per perdere peso? Forse.
Ma Elena Guerrini in realtà fa un passo più consapevole della precedente mia ipotesi, più responsabile: é lei stessa, racconta con autoironia e leggerezza, a cambiare lo sguardo nei confronti di se stessa. Dopo avere provato, fin da ragazzina, tutte le diete del mondo, dopo aver sperimentato senza successo tutti i metodi per dimagrire, ha deciso di buttare via aspettative, speranze, delusioni, autocritiche, sensi di colpa, dispendio di energie e di soldi e di incominciare ad accettarsi e poi ad amarsi per quello che é.
Ribellandosi alla dittatura della 42 ha lasciato spazio ad una se stessa che, soffocata da quei chili di vergogna, insicurezza, disagi, rabbia, autoflagellazione, sacrificio, paragoni, non aveva il coraggio di uscire allo scoperto. E, quando quella sua parte vituperata, maltrattata, giudicata ha messo la sua testolina alla luce del sole si é accorta di quanta luce ci fosse intorno a lei. E si é fatta canale di tutta quella luce, accorgendosi che stava brillando come e più di tante altre.
Da lì é iniziata la rinascita fatta non solo di autoaccettazione ma anche di messa a fuoco dei suoi talenti e della sua specificità, diventando un’icona per chi , come lei, é morbida e cicciosa. “E finalmente mi piaccio così, alla faccia di tutti quelli che hanno fatto soldi cercando di assottigliarmi…Vorrei che le donne, dopo avere letto questo libro, si sentissero belle tutte anche se non corrispondono ai canoni estetici imposti dalla comunicazione e dalla moda, anche se non rientrano nel CUBO (Canone Unico di Bellezza Omologata)..
Un inno alla nostra unicità, un invito ad amarci come siamo, dal primo all’ultimo chilo. Un libro che tratta un tema molto più serio di quello che può sembrare a chi non sa cosa voglia dire scendere dalla bilancia con il senso di colpa e guardarsi allo specchio senza riconoscersi.
Una storia, la sua, raccontata da Elena Guerrini con il suo ben noto umorismo e quella capacità di trasformare un problema in occasione di crescita e trasformazione.