Io non ho paura. Davvero. Eppure non è difficile rendersi conto che lo stato d’animo globale è oramai la paura. Non c’è più spazio per un imprevisto che generi sconcerto, stupore, risata.. di questi tempi qualunque cosa succeda si teme sempre il peggio. E si scatena il panico. Cosa vuol dire vivere nella paura, che senso ha? La paura è utile quando ci avverte di un reale pericolo e quando ci impedisce di metterci in situazioni che è meglio evitare. Ma è senza senso quando ci fa credere che dietro ad ogni porta ci sia un leone pronto a sbranarci. Oggi però viviamo mischiando ai leoni ossessivamente immaginati anche quelli reali e quindi quella della paura è una tematica da affrontare e da superare. Dobbiamo trovare una soluzione ma io credo che non abbia senso cercare di sconfiggere la paura con il coraggio, perché sarebbe soltanto un coraggio reattivo, nato dalla nostra stessa paura e quindi pronto a sgonfiarsi al primo incidente di percorso. La paura non è soltanto uno stato d’animo, è oggi un campanello d’allarme pronto a farci cambiare rotta se sappiamo ascoltarlo non solo con le orecchie e gli occhi aperti ma anche con il cuore spalancato: va presa al varco prima ancora che si generi e lo si può fare solo attraverso un cambiamento radicale perché, lo ripeto, a nulla serve tentare di sconfiggerla. Ben lo sappiamo che nessun problema si può risolvere dallo stesso livello di coscienza che lo ha creato.
E allora sta a noi la scelta, continuare a procedere come sempre o accogliere l’opportunità per un cambiamento radicale, passando dal piano della forza a quello della coscienza e lasciandoci guidare dallo spirito, da quella nostra parte che tutto sa. E’ quella parte che possiamo chiamare Sé, ben conscia del perché siamo in questa dimensione, di quali sono i nodi da sciogliere, le tematiche da trattare, le note da suonare. Una parte cui potremmo attingere a piene mani se non fossimo costantemente fuorviati dalla nostra Personalità che ci siamo costruiti per essere accettati, per avere consenso sociale, sostanzialmente per essere amati. E questa nostra parte meno genuina, più preparata a tavolino, si è talmente impastata con il nostro presunto Sé da soffocarne la voce, sostituendola con il suo canto farlocco, degno delle Sirene ma spesso lontano da quello che siamo. E allora come fare ad andare al di là della paura? Proviamo a capovolgere il problema, ad affrontarlo dal punto di vista diametralmente opposto. Proviamo a dire non che viviamo male perché abbiamo paura ma che abbiamo paura perché stiamo vivendo male. E abbiamo vissuto male troppo a lungo, dimenticandoci di vivere a contatto con quella parte , viva dentro ciascuno di noi, che ben conosce il senso della nostra esistenza. L’abbiamo messa a tacere.
Siamo nel tempo della crisi, ecco perché abbiamo paura, ma la crisi altro non è che crisi della coscienza che non può più far accettare i vecchi modelli, le vecchie regole, le inutili abitudini. Ogni crisi è sempre stata e sempre sarà un’ occasione per introdurre dei cambiamenti, il periodo della Metamorfosi che ci chiede di riemergere in una nuova pelle e di funzionare nel mondo senza più compromessi.
Ma se non riconosciamo l’opportunità di crescita che ogni crisi ci porta facciamo della Paura il nostro totem: perché la Paura manipola la coscienza umana, serve a controllare ognuno di noi perché non c’è libertà nella Paura e non c’è nemmeno la lucidità che ci permette di attingere ai nostri livelli superiori e di trovare alternative.
Alla base della Paura c’è sempre una questione di Potere perché la paura è mancanza di Potenza. Quando sono nella mia Potenza sto attingendo ad ogni aspetto fertile di me e sto vivendo ben radicata in quello che sono e in quello che sto per diventare. Se perdo la mia Potenza lascio spazio al Potere, gran brutta bestia che mi spinge tra le braccia di altri cui affidarmi, spalancando la porta al loro Potere nella nostra vita. Da lì il passo è veloce a dipendere da questi altri e quindi ad averne paura , paura di loro, del loro giudizio, del confronto. Paura di perdere le nostre certezze. Ogni forma di paura genera controllo e poco importa se vogliamo imporci sugli altri o se lasciamo che gli altri si impongano a noi.
Nell’uno e nell’altro caso, quando esercitiamo o quando subiamo potere, non ci prendiamo la nostra res-sponsabilità , quindi non sponsiamo la res, noi stessi e ci perdiamo la nostra Potenza. Ci percepiamo separati e quindi non possiamo attingere a quella unione col Tutto, garanzia della nostra Potenza.
La paura, allora, ci allontana dall’ascolto della voce del nostro Sé, quella parte che potrà permettere il cambiamento, che potrà permettere di disvelarsi alla nostra identità di essere spirituale che sta facendo un cammino in questa dimensione per ricordarsi di essere parte della Fonte. Cosa fare, allora, di fronte alla Paura per passare dal piano della forza a quello della coscienza? E se parlassi di Energia del Femminile la trovereste una risposta soddisfacente? Ne parleremo, con calma, insieme…
Ciao Susanna, quanta verità nelle tue parole. Ormai la gente ha paura di vivere. La gente che si “fida” della direzione che la società ha preso. Una direzione falsa e fasulla, dettata da principi neoliberisti (economici, violentemente economici) anzichè umanitari.
Mi sono cancellato da Facebook per questo motivo, ma sono felicissimo di ricevere le tue newsletter.
Per restare in tema volevo mandarti questo video molto interessante, che fa riflettere parecchio e mi ha aiutato a staccarmi da FB.
Ciao e a presto
Matteo
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Cara Susanna, la paura oggi è fortemente indotta perchè genera sudditanza. Alimentate, paura e sudditanza, da una non-voglia di capire, andare dentro, immedesimarsi. La paura è quella di perdere la sovranità del proprio piccolo, squallido giardinetto. L’energia al femminile è sempre una forza che genera in positivo, non so dire se sarebbe la soluzione
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