Vivere da Alieni

Camminiamo sulle uova, assicurandoci ad ogni passo che tutto sia ancora come era ieri. Così ci perdiamo il miracolo. Attenti soltanto alle uova e all’ordine delle cose soffochiamo lo stupore e restiamo dentro ai limiti del mondo, così come l’abbiamo sempre visto. E non ci chiediamo il perché, non ci facciamo creatori, autori capaci di aggiungere qualcosa di nuovo al mondo per farlo crescere. Camminando sulle uova ci limitiamo a fare i guardiani di quello che é sempre stato, rimpicciolendoci per adattarci ai confini che crediamo siano invalicabili. Impariamo ad adattarci e ci illudiamo che quello che ci hanno detto sia vero e continuiamo  a essere quello che siamo stati credendo che gli altri volessero fossimo così. E viviamo di tutti i “non si può” di cui ci hanno parlato convincendoci che siano i limiti stabiliti. A meno che siamo degli Alieni, uomini e donne che ad un certo punto della loro vita hanno deciso di portarsi fuori, di vivere con i loro ritmi, con i loro bisogni e le loro credenze spesso diverse da quelle degli altri; uomini e donne che ad ogni bivio scelgono di prendere la strada nuova anche senza avere la certezza che sia la via migliore. Non ne sono certi ma sanno seguire la spinta a scegliere di nuovo anziché confermare la realtà conosciuta. Non é facile. Cassandra era un’aliena , aveva il dono di poter vedere, nel suo eterno presente, quello che si sarebbe poi avverato nel piano del tempo lineare. Il suo dramma: nessuno le credeva ma lei sapeva, era certa ogni volta di ciò che aveva visto, proprio perché i suoi occhi erano aperti al di là dello Spazio e del Tempo. Anche Leonardo era un alieno, e lo erano Giulio Verne , Baudelaire, Dante Alighieri, Saffo e Giordano Bruno, ognuno con il proprio modo di viversi fuori degli schemi, al di là di una norma e di una legge eteronome. Ma potremmo supporre che anche Fantozzi sia un Alieno, come lo sono i personaggi sveviani e il Raskolnikov di Dostoievskji, il mitico Pippo disneyano o gli homeless lungo la Senna. Alcuni di loro si sentono separati, come se ci fosse un velo tra loro e il resto del mondo, altri si credono inferiori, temono di non farcela a sopravvivere ad una società che parla una lingua diversa dalla loro, altri invece si ritengono superiori . Ma l’elemento che li accomuna è la consapevolezza della loro unicità , il saper vedere con i propri occhi quella realtà che gli altri si limitano a guardare attraverso delle lenti prefabbricate ed imposte dall’esterno, uguali per tutti. ancora la carrellata può continuare con i sessantottini , i punk e gli sturmer, Loredana Bertè, Madonna, Gianna Nannini, il rasta che rifiuta il mondo borghese e il volontario che parte con i Medici senza Frontiere, il missionario e il devoto di Amma, i Bambini Indaco, il bambino autistico , Mary Poppins, Peter Pan e Mozart.  Ho conosciuto tanti Alieni proprio perché io stessa a tratti lo sono e, lo sappiamo, attiriamo e siamo attratti da chi vibra alla nostra stessa frequenza o a multipli di essa. Ma il problema dell’Alieno è calibrare questo suo sentirsi fuori del mondo, capitato per caso in un pianeta sbagliato, costretto però a parlare questa lingua e molto spesso ad insegnare qualcosa, suo malgrado, ai padroni di casa, non sempre creduto, spesso bistrattato. Ma un po’ più libero.

 

1 pensiero su “Vivere da Alieni”

  1. Per allargare hai bisogno di uscire dalle regole, dalle abitudine, dalla visione ristretta a cui sei abituato, se vogliamo cambiare dentro e fuori di noi dobbiamo iniziare a rompere gli schemi, a muoverci nel non rassicurante spazio a cui ci siamo così bene adattati. La critica non è nemmeno il primo passo

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