Scollati dalla Vita

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E’ successo. Un giapponese fanatico di videogiochi ha sposato la protagonista di un videogioco a Guam, un’isola nell’Oceano Pacifico dove è legalmente possibile sposarsi “con chiunque”. Al di là della vicenda in sé che potrebbe essere anche una trovata pubblicitaria, oppure una azione estrema di una persona un po’ particolare, questo fatto mi stimola una riflessione sulla confusione che parte dell’umanità sta facendo tra vita reale e fantasia. E non parlo di videogiochi o realtà virtuale, ma di una evidente incapacità di vivere la vita che si diffonde in particolare nelle generazioni dei nostri trentenni. Sono diversi da I vinti del Verga che provano a lottare in un mondo difficile, ma anche diversi dagli inetti di Turgenev o di Dostoevskij o di Svevo che non si vogliono integrare in una realtà che finge di essere sana ma che invece é malata. Se fosse così non sarebbe nemmeno male, perché chi non si integra per reazione conserva intatto in sé il seme della rinascita che, un giorno, potrebbe dare vita all’Uomo Nuovo. Qui invece mi pare che ci sia qualcosa d’altro e che questa confusione nasca da uno scollamento radicale dalla vita. Ci siamo messi a concettualizzare troppo e a vivere poco. La mancanza totale di contatto con la Natura ci ha abituati a passare i nostri giorni in un contesto artificiale e, come tale, assolutamente finto. Abbiamo dimenticato il giusto tempo per ogni cosa, mangiamo fragole in dicembre, iniziamo attività frenetiche in ottobre quando dovremmo lasciare che l’energia rientri in noi anziché disperdersi verso l’esterno, dormiamo di giorno e stiamo svegli la notte. La Natura che pare impazzita in questo ultimo anno forse ci sta mostrando la nostra stessa follia. O forse sta cambiando tutto, ma veramente tutto e la vecchia energia, prima di esaurirsi, si diverte a creare confusione. In ogni caso lo scollamento tra realtà e non realtà é così estremo che abbiamo intere generazioni che aspettano ancora di crescere, di fare figli, di prendersi le loro responsabilità e si rifugiano in quei vari “farei, farò, forse potrò,quando verrà il tempo” che non sono molto dissimili dal matrimonio del giapponese con la protagonista di un videogioco. Pensiamoci….

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